Barriera chimica
Il mio primo risanamento con barriera chimica risale ormai a sedici anni fa, da allora ho installato barriere chimiche di tutte le tipologie, arrivando a risanare oltre 15.000 metri lineari di muratura, per un totale di 105.000 fori praticati.
La barriera chimica è un trattamento che prevede l’immissione di prodotti idrofobizzanti, all’interno di opportuni fori realizzati alla base della muratura da risanare. Tali composti, a seguito di una reazione chimica, subiscono un processo di polimerizzazione, come se si vetrificassero, impedendo così la risalita dell’umidità.
Le miscele di barriera chimica possono essere a base di silani, siliconi, siliconati, silossani o microemulsioni di siliconi. L’iniezione all’interno del muro di sostanze idrofobizzanti ha la stessa efficacia dell’intervento meccanico, senza tuttavia compromettere la solidità della struttura. Inoltre essa è meno invasiva e, grazie alle tecniche di ultima generazione, risulta anche di facile applicazione. Risolve il problema dell’umidità di risalita in modo definitivo.
La barriera chimica può essere applicata su murature umide realizzate in mattoni, pietra naturale, tufo, miste, cemento, ecc. Affinché l’intervento sia efficace è indispensabile che il lavoro sia effettuato da persone altamente specializzate, soprattutto quando le murature presentano disomogeneità come: murature a sacco, presenza di intercapedini, fessure, crepe, ecc. Nel caso di murature con un’alta percentuale di umidità bisogna valutare la miglior soluzione ed individuare la barriera chimica giusta, poiché non tutte le barriere lavorano bene su superfici con percentuali di umidità elevate.
In soluzione acquosa o con solventi, posata con tecnica a lenta diffusione o a pressione, la barriera chimica, abbinata a trattamenti antisale e ad intonaci deumidificanti, crea un efficace ciclo di risanamento.