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L’umidità di risalita è una tra le cause più frequenti di degrado delle murature. Mettiamo a
confronto alcune tecniche di risanamento utilizzate di frequente.

L’umidità di risalita è causata dalla presenza di acqua nel terreno. L’umidità presente nel sottosuolo
può giungere alla base della muratura e, sfruttando il principio della capillarità, salire attraverso la
parete. Tale processo può essere agevolato dalla presenza di sali. Il fenomeno dell’umidità di risalita
interessa solitamente le pareti che si trovano al piano terra o sotto il livello del suolo (esistono
soluzioni studiate appositamente per i muri contro terra e per quelli interrati).

Vi sono delle caratteristiche particolari che permettono di distinguere l’umidità di risalita dalle altre
forme di umidità sui muri, quale la condensazione. I tratti distintivi sono:

la macchia è uniforme, e procede dal pavimento verso l’alto;

il bordo della chiazza è ben definito, e di solito non supera l’altezza di un metro;

la macchia persiste anche al variare delle condizioni climatiche e del tasso di umidità
relativa;

la presenza di sali durante i periodi di elevata evaporazione ambientale.

Le soluzioni per l’umidità di risalita

Una volta appurata che la causa dell’umidità presente sulla parete è la risalita capillare dell’acqua,
possiamo passare al vaglio le tecnologie che il recupero edilizio fornisce e studiare le diverse
soluzioni al problema dell’umidità di risalita:

interventi meccanici: taglio della parete alla base e inserimento di materiali che bloccano la
risalita dell’umidità;

interventi chimici: creazione di una barriera chimica all’interno della muratura;

interventi elettrosmotici: inversione della direzione dell’acqua tramite corrente elettrica;
intonaci evaporanti: intonaci macroporosi che, grazie alla loro velocità di evaporazione,
assorbono rapidamente l’acqua dalla parete restituendola all’ambiente.

 

dell’abbassamento del livello del liquido nel capillare. Nel primo caso la superficie del liquido
apparirà concava, nell’altro apparirà convessa verso il basso. Il centro della superficie del liquido si
chiama menisco5 ed è a partire da questo valore che si misura l’innalzamento o l’abbassamento del
livello. La direzione del vettore risultante è la stessa della tangente alla superficie del liquido e
l’angolo che forma si chiama angolo di bagnabilità. Si noti che l’innalzamento o l’abbassamento del
livello non dipendono solo dal liquido, ma anche dal materiale della parete. L’acqua, ad esempio,
risale in un capillare di vetro, mentre si abbassa in uno di teflon.

delle pareti del tubo sarà diretta verso l’alto; la componente verticale di questa forza, applicata a
tutto il bordo del liquido aderente al capillare, è quella che sorregge il liquido ed ha modulo (F
cosα), dove l’angolo è quello individuato, detto angolo di contatto. Se la superficie del liquido è
convessa verso l’alto, invece, la forza della tensione superficiale in corrispondenza delle pareti del
tubo sarà diretta verso il basso. Ora, considerando che il bordo di contatto corrisponde alla
circonferenza del capillare (2πr), si possono calcolare alcuni elementi trascurando la lieve curvatura
sulla superficie:
La forza F verticale F = (2πr)(cosα) Dove: = tensione superficiale; (2πr) = circonferenza; (cosα) =
rapporto dipendente dall’angolo α.
il volume V del liquido nel capillare V = (πr2)h Dove (πr2) = superficie della sezione capillare; h =
altezza della colonna di fluido nel capillare.
Il peso P del liquido nel capillare: P = (πr2)h fg Dove (πr2)h = volume del fluido; f = densità del
liquido; g = accelerazione di gravità.
Eguagliando la forza F, diretta verso l’alto, al peso P della colonna di liquido, si ha: (2πr)(cosα) =
(πr2)hfg da cui si ricava l’altezza h raggiunta dal liquido LEGGE DI YURIN: h = 2 cosα / rfg

 

Per questo motivo, sarebbe auspicabile fare delle indagini preliminari e di monitoraggio, per
conoscere l’effettivo contenuto di acqua nella muratura e lo stato fessurativo. Il riferimento
normativo per queste indagini strumentali è la UNI1121.

Ora vediamo come capire se siamo in presenza di umidità di risalita, tralasciando per un attimo le
diverse tipologie, prendiamo in esame la risalita primaria (direttamente dalle fondamenta).

oltre alla macchia uniforme, che procede dal pavimento verso l’alto e che il bordo della chiazza
è ben definito, e di solito non supera l’altezza di un metro tranne in alcuni casi particolari tipo
interventi con degli osmotici o malte atte ad impedire un’evaporazione dell’umidità stessa. Dicevo
che oltre ad un primo approccio visivo possiamo aiutarci con l’aiuto di strumenti come la
termocamera ed igrometro ecc.

Altro fattore interessante è che una muratura bagnata influisce non poco sulla trasmittanza creando
non poche problematiche. L’ARC Studio Perlini, consapevole della potenzialità di sviluppo e
dell’importanza culturale di tale patrimonio, ha sapientemente progettato il recupero di un edificio

rurale del 1700 rendendolo esempio di riqualificazione a basso consumo energetico, in grado di
offrire un elevato comfort abitativo garantito anche dalla scelta dei materiali a basso
impatto ambientale. Lo sviluppo di nuove tecnologie nell’ambito dell’edilizia ha consentito di
ripensare e reinterpretare il concetto di restauro, non solo in termini di rispetto per il passato ma
anche di rispetto per l’ambiente. Tale impegno nella ricerca ha visto la nascita di studi specializzati
in architettura e restauro a basso consumo energetico che si fondano sull’esperienza e sulla
conoscenza di professionisti sensibili alle tematiche ambientali. Per questo la ricerca nel settore dei
materiali anche per il restauro continua, per fornire soluzioni sempre più adeguate che incontrino le
ambizioni progettuali di chi crede nel risparmio energetico. Deumidificando le murature umide del
cascinale con la tecnologia consolidata si è riusciti a ripristinare i valori naturali di coibentazione
delle murature asciutte anche al piano terra. Il risparmio energetico conseguente sia per il
riscaldamento che per il raffrescamento risulta incredibilmente alto e troppo spesso sottovalutato. Il
primo restauro conservativo certificato in CasaClima Classe A Nature in Italia.


MACROPOROSI O BARRIERA?

LA DIFFERENZA TRA NASCONDERE E RISANARE

I fortissimi aumenti dei costi per il riscaldamento hanno evidenziato i limiti per l’utilizzo degli
intonaci macroporosi o da “risanamento” nella soluzione delle problematiche dei muri umidi. Una
muratura afflitta dall’umidità ascendente, infatti, può diminuire anche dell’ottanta per cento le
proprietà coibentanti proprie della stessa struttura, ma asciutta. Gli intonaci “anti umido” di fatto
nascondono il problema, in quanto l’interno della muratura rimane costantemente impregnato di
umidità, con enorme riduzione della coibentazione e conseguente aumento della dispersione
termica. Fondamentale risulta pertanto bloccare la risalita dell’acqua per capillarità alla base della
muratura e questo si può ottenere esclusivamente con il taglio meccanico della stessa con
interposizione di uno strato impermeabile oppure con la creazione di una barriera chimica
idrofobizzante a base silanica o polisilossanica inserita a lenta diffusione.

L’utilizzo del metodo del taglio meccanico delle murature è possibile, comunque, su limitatissime
zone del territorio, in quanto la nuova mappa sismica nazionale preclude di fatto tale possibilità. Da
qui l’impiego sempre maggiore della tecnologia per eliminare definitivamente da qualsiasi tipo di
muratura, materiale o spessore il fenomeno dell’umidità ascendente ottenendo l’effettivo
risanamento delle murature, conseguente ripristino dei valori ottimali di coibentazione e forte
riduzione sui costi per il riscaldamento.


I DANNI PROVOCATI DALLA RISALITA CAPILLARE. Il degrado delle murature, degli
intonaci e delle eventuali pitture o decorazioni è proprio causato dall’acqua di risalita capillare.
Interessa l’edilizia civile in genere e gran parte del nostro patrimonio immobiliare. In tempi remoti
tale fenomeno era ampiamente conosciuto, ma considerato dai costruttori quasi ineludibile dalla
struttura stessa. Oltre ai danni estetici, l’umidità ascendente aumenta la dispersione del calore
dall’interno dell’edificio verso l’esterno e favorisce inoltre l’aumento dell’umidità relativa interna,
provocando problemi igienici ed ambientali.


PERCHÉ GLI INTONACI E LE PIETRE SI SGRETOLANO. Tutti i materiali da costruzione
sono porosi; questo fa sì che infiltrazioni d’acqua in genere, o quelle di risalita capillare, possano far
trasmigrare in superficie i sali contenuti nella muratura stessa oppure quelli che si trovano disciolti
nel terreno. Questi sali, non potendo come l’acqua evaporare dai muri, una volta raggiunta la

superficie esterna cristallizzano, rimanendo per sempre condizionati dalle continue variazioni dei

tassi di umidità relativa ambientale, anche dopo aver eliminato le cause della risalita capillare.
I sali cristallizzati sulle superfici, essendo fortemente igroscopici, riescono ad assorbire l’acqua
contenuta nell’aria provocando un notevole aumento del loro volume (come la formazione del
ghiaccio ad esempio) passando dallo stato anidro a quello saturo in presenza di aria secca o umida.
La conseguenza di ciò è una forte azione meccanica demolitiva in grado negli anni di sgretolare,
oltre agli intonaci di rivestimento, anche materiali da costruzione estremamente compatti come il
mattone, le pietre calcaree e addirittura i graniti (es.: nelle chiese le pietre di rivestimento, i gradini
degli altari, etc.). Si può facilmente comprendere l’importanza di impedire che questi sali
raggiungano le superfici esterne, ma rimangano inerti all’interno dei materiali da costruzione e
quindi non più a contatto con l’aria esterna.


PER RISOLVERE LE PROBLEMATICHE LEGATE AI SALI È DECISAMENTE
PREFERIBILE IL SISTEMA “FISICO” A QUELLO CHIMICO. Le principali categorie dei
sali presenti nei materiali da costruzione possono essere sommariamente raggruppate in: cloruri,
solfati, nitrati e nitriti con caratteristiche degenerative sui muri più o meno evidenti in funzione
della loro concentrazione e della natura del materiale stesso. I vantaggi di utilizzare il sistema fisico,
quale l’applicazione delle boiacche antisaline specifiche prima della stesura dei nuovi intonaci,
risultano essere quelli relativi alla certezza del risultato indipendentemente dal tipo di sale presente
nella muratura. Tutti i sistemi antisale a precipitazione chimica, invece, necessitano della
conoscenza precisa della categoria del sale presente al fine di utilizzare il neutralizzante
corrispondente. Ovviamente, in presenza di intonaci affrescati, le tecniche di desalinizzazione più
appropriate risultano essere quelle realizzabili con impacchi assorbenti, il cui costo, congruo in
questi casi, non è certamente proponibile per gli interventi di edilizia civile.

L’esperienza acquisita nell’arco di quasi 20 anni nel settore della deumidificazione in questo caso
risanare una muratura affetta da umidità ascendente. Una problematica di umidità ascendente non la
si risolve solo bloccandola, che sia una barriera chimica o altri sistemi spesso vengono trascurati i
sali, sali che disgregano le malte e non solo se non vengono adeguatamente trattati. Non la si risolve
neanche se si opera solo con delle malte che siano macroporose o di altra natura, il trattamento deve
essere congiunto tenendo conto sia dell’umidità di risalita sia dei sali che possono continuare a
degradare la muratura semplicemente assorbendo umidità dall’aria, anche dopo aver bloccato la
risalita. L’esperienza acquisita nei cantieri di tutta Italia o quasi mi ha portato di volta in volta a
sviluppare un sistema affidabile e risolutivo ma soprattutto inalterabile nel tempo, il sistema
consiste nel bloccare la risalita con una barriera chimica, demolizione delle malte, antisale fisico e
una buona malta a base di calce.


Renzo Spedicato (RenzoArtHome)

 

 

 

 

 

 

 

 

Renzo-ArtHome

La ditta Renzo-ArtHome, di Oronzo Spedicato, nasce nel 2007 dopo anni di esperienza come lavoratore dipendete presso aziende specializzate in impermeabilizzazioni, deumidificazione e risanamento. Sin da subito sono stato affascinato dalle sfide che i cantieri di volta in volta mi presentavano sottoponendomi problematiche inerenti alle patologie murarie. Ho così iniziato un percorso di studi approfondendo i fenomeni di degrado delle murature e cercando sul mercato le migliori tecnologie per risolvere tali problematiche.

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